Per Lussazione articolare si intende una perdita completa dei rapporti articolari, essa non va confusa con la sub-lussazione o con la “lussazione del disco”. Merita un approfondimento in quanto classificata tra i disturbi extracapsulari ossia quelli che colpiscono i legamenti esterni dell’articolazione mandibolare e la capsula articolare offrendo al condilo mandibolare la possibilità di avanzare oltre i normali limiti anatomici (eminenza) o di fuoriuscire lateralmente alla massima apertura orale.
L’ etiologia può essere traumatica, ampie aperture della bocca, collagenopatie, distonie.
Clinicamente si presenza con un open lock (bocca aperta), a cui possono associarsi rumori di vario genere e grado quali schiocco o popping tipicamente avvertibili da una persona vicina che sopraggiungono nell’ultimissima fase di apertura orale. Questo schiocco si associa a un’apertura orale esagerata causata dall’eccesivo scivolamento anteriore dei condili mandibolari.


Si riconoscono due forme: auto riducenti e non autoriducenti
Le prime che sono l’entità clinica più frequente, trovano soluzione con una “auto manovra” del paziente che permette di ripristinare i rapporti articolari, le seconde invece necessitano dell’intervento dello specialista, che mediante una manovra di ripristino permette il riposizionamento dei condili mandibolari.
Le non auto riducenti si possono ulteriormente suddividere in
- forme acute
- ricorrenti (almeno tre episodi l’anno)
Le forme acute vengono trattate generalmente in modo conservativo con immobilizzazione e somministrazione di farmaci (anti infiammatori non steroidei e mio rilassanti).
Per quanto riguarda le forme ricorrenti trova indicazione la chirurgia; a disposizione del chirurgo ci sono tecniche open (mediante accessi ampi e invasivi) e approcci mini invasivi (eminoplastica in artroscopia).
Per eminoplastica si intende un rimodernamento, mediante shaver, del tubercolo articolare in artroscopia. Successivamente si procede ad una cauterizzazione dei tessuti capsulari ( con un strumento al plasma), le due procedure combinate permettono di ridurre in modo significativo i movimenti e l’instabilità articolare, il tutto si traduce nella risoluzione degli episodi di lussazione.
Ad oggi l’eminoplastica con capsuloraffia termica, grazie alla bassa invasività e all’alta percentuale di successo, è il trattamento che trova maggior spazio nel trattamento della lussazione recidivante.
Si definisce sub-lussazione temporo mandibolare quella condizione patologica considerata “borderline” tra fisiologia e patologia conclamata in cui la mandibola aprendosi raggiunge i propri limiti articolari in modo fisiologico ma poi viene meno la capacità di contenimento articolare della capsula, causando uno scivolamento del condilo dentro la fossa glenoide.
Questa condizione è generata da una aumentata elasticità della capsula e dei legamenti esterni dell’articolazione temporo mandibolare ma non tale da portare al superamento dei limiti anatomici tipici della lussazione completa.
Tipicamente questa condizione si osserva in giovani donne con predisposizione genetica alle anomalie dei legamenti articolari di tutto il corpo è più frequente in adolescenza durante il picco di crescita scheletrico.
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