L’ARTROCENTESI COME APPROCCIO MININVASIVO AI DISORDINI TEMPORO-MANDIBOLARI ARTICOLARI

L’artrocentesi è in assoluto la tecnica chirurgica più semplice e mininvasiva che possa essere eseguita sull’ATM (articolazione temporo mandibolare). 

Viene utilizzata prevalentemente nei DTM (disordini temporo-mandibolari) articolari e misti, refrattari ai trattamenti conservativi (farmaci e bite) dove sono presenti limitazione funzionale e dolore.

La procedura è generalmente eseguita a livello ambulatoriale in anestesia locale o eventualmente associata ad una blanda sedazione.

Viene utilizzato come primo step chirurgico in quanto oltre ad essere totalmente indolore risulta a bassissimo costo biologico (gli effetti collaterali non sono quasi mai presenti).

TECNICA CHIRURGICA

La tecnica chirurgica consiste nell’inserimento nella camera articolare superiore di due aghi (previa anestesia locale) e nel lavaggio della stessa mediante soluzione fisiologica.

Al termine della procedura possono essere instillati soluzioni medicamentose quali ialuronato di sodio noto per le proprietà visco suppletive e antiinfiammatorie.

Estratti gli aghi non sono necessari punti di sutura ed il paziente può recarsi senza problemi a casa.

Le basi biologiche dell’artrocentesi vertono su due effetti che quest’ultima apporta all’interno dell’articolazione, il primo è rappresentato dal lavaggio meccanico dei mediatori infiammatori persistenti causa del danno cellulo-mediato, mentre il secondo si basa sulla pressione positiva introdotta che può avere effetti di lisi delle aderenze e sulla mobilizzazione del disco che alcune volte proprio a causa di un meccanismo definito suction-cup può risultare fisso e bloccato.

Queste due azioni, in associazione alle proprietà dell’acido ialuronico, possono apportare beneficio nella riduzione del dolore e del carico articolare con miglioramento delle normali funzioni.

Il fine della procedura non vuole essere la ricattura del disco, la quale avviene in pochissimi casi soprattutto nell’acuto, ma come già precisato, la riduzione del carico articolare. E’ importate sottolineare che l’artrocentesi non va ad incidere sui fattori scatenanti la patologia, ma solo sui sintomi. Se il paziente presenta segni di parafunzione, il confezionamento di un bite o l’utilizzo di un miorilassate (sistemico/ locale) è comunque indispensabile.

L’artrocentesi è molto più efficace nelle patologie acute rispetto a quelle croniche. Quindi procrastinare il trattamento potrebbe rendere meno efficace la procedura.

La letteratura scientifica sostiene in modo corale che l’artrocentesi apporta un beneficio nella riduzione del dolore e nella funzionalità articolare dal 70 al 90% dei casi in relazione alla comparsa dei sintomi e per tanto raccomanda l’utilizzo di questa procedura come primo step di trattamento nei DTM articolari.

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